A poco serve detestarla, giudicarla, deriderla, nasconderla. Anzi, ti ha già vinto in partenza, portandoti al suo gioco.
Però si può tenere lo sguardo, fissarla negli occhi. Non troppo, per non rimanerne avviluppati in modo pericoloso, ma abbastanza da domandarsi:
"Oh, ma se io fossi così? Se diventassi così?".
C'è sempre questa possibilità, fosse anche remota, ma c'è.
Il ribrezzo che provo nel sentire l'ignoranza avanzare come un fiume, legittimata, travestita; nel vederla scorrere fiera per le nostre strade, agghindata anche grazie al mio silenzio, al mio osservare timido, al mio dire poco e pensare che ora non ho tempo di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose.. beh quest'indignazione focosa verso la stupidità, che anche in me respira e cerca spazio, mi rafforza.
Dà senso ai miei passi avanti, quelli invisibili, quelli interiori che mi impediscono di fare alcune cose, non perché vietate socialmente, ma perché rifiutate da me, nel profondo.
Ogni mio no di fronte a certe assurdità, di fronte a persone che le coltivano quando invece dovrebbero essere i primi a spegnerle, ogni no di chi mi circonda, ogni sì che si trasforma in un no deciso, mi permette di sognare qualcosa di meno mediocre, migliore e più genuino. Onesto.
Mi fa credere nelle persone e nella possibilità che alcuni sbagli passino sì, dall'ignoranza, ma altri, quelli che ci fanno cambiare e crescere, derivino solo da un eccesso di vita che non ha ancora conquistato il suo equilibrio.
"Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile."
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