venerdì 10 giugno 2011

Liberi e basta.

Son qui che do le spalle al foglio su cui sto disegnando. Intanto guardo le pieghette sul palmo della mano sinistra e le seguo con lo sguardo, lentamente, come mi è stato richiesto. E nel frattempo la punta della matita, partita a caso in un punto imprecisato del bianco, scorre sul foglio, alla velocità dell'occhio, che seppur restio a farlo, rimane lento; deve restare costante, affinché la parte sinistra del mio cervello (che poi controlla il lato destro) si annoi a morte e lasci spazio alla parte destra che sa disegnare davvero, anche se non lo sa.
Appena perdo concentrazione, la parte sinistra mi domanda, con tono graffiante, a che livello può arrivare la mia stupidità pronta a tutto pur di perdere un po' di tempo e la parte che controlla il mio lato sinistro e non ha parole, non replica, ma resiste agli insulti e va a fondo nei dettagli che scorge millimetro per millimetro. Così non so bene dove sono sul foglio, ma vince la concentrazione che poi non mi mette in tensione, ma mi rilassa. Mi fa affondare lo sguardo e lo lascia perdersi tra sentieri che sembrano casuali e invece respirano arte e originalità creativa.

Smetto di pensare  a quel che c'è da pensare, a credere a quel che credo, a sapere quel poco che so. Sempre che davvero qualcosa si sappia e non che ci sfiori soltanto al momento giusto, per poi starsene altrove, padrona di se stessa. Finisco per abbandonarmi, per desistere e sento un grande sonno invadermi, quasi che il mio stare sveglia non fosse che un atto di volontà. Ora che non voglio volere niente di particolare se non osservare dei dettagli inutili e leggeri, sento la stanchezza di questo tempo passato a correre da una parte all'altra, passato a scrivere e studiare e confrontarmi e cercare sempre altro e ascoltare e cadere e sognare.
Per un attimo dimentico cos'è la matematica, la letteratura, scordo le informazioni a puzzle che non mi rendono esperta in nulla ma pronta a tutto. Dimentico di poter leggere e scrivere, dei gesti automatici che ripeto per comodità, ma che oggi non mi importano molto. Dimentico chi sono per riuscire ad esserlo pienamente, solo per qualche minuto. Senza perché, né come. Disegno. Sono grafite che guarda il mondo e parla con le linee perché ha perso le parole. Forse non le ha mai ritenute necessarie.

Suona la sveglia che ho puntato, giusto per non pensare al tempo, e mi fa trasalire con la matita in mano. Con me stessa in pugno. E ghirigori che sanno di un viaggio molto lontano dentro di me.

8 commenti:

  1. Va bene così... molto bella la descrizione dell'attimo e scritta molto bene. Sono certo che tra non molto tu potrai esprimerti allo stesso modo con il disegno.

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  2. È quello che spero, Max. Pur lasciando al centro di tutto la mia tesi. (È la prima volta che oso scrivere una cosa del genere, mi apprezzo da sola :D) Un abbraccio

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  3. A volte sorge il desiderio di essere in un altrove metafisico, in una sorta di mondo di Alice, in cui nulla è scontato e tutto invece frutto di una fantasia quasi onirica...accade anche a me, talora...è una sorta di riposo della volontà! Complimenti per come lo hai scritto, davvero!

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  4. Sì, c'è proprio bisogno di riposare una parte di noi che, prepotente, cerca sempre le ragioni di tutto e lasciarsi andare ad una dimensione leggera e profonda, che ci fa scoprire nuove parti di noi.
    Grazie Nicola per il complimento, il mio autoapprezzamento del commento precedente si riferisce al fatto che ho scritto esplicitamente che devo mettere al centro la mia tesi, ora! Queste parole, invece, sono nate spontanee come le linee a matita sul foglio. A presto!

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  5. interessante la dicotomia sui due emisferi e il modo di aggirarli. però adesso mi hai messo una curiosità sui tuoi disegni, Pabelì!

    marianna

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  6. Ciao Marià, che piacere ritrovarti qui!
    Io sono una fumettara che si sta applicando nel realistico e soprattutto nel capirci qualcosa davvero di disegno, oltre all'istinto! Promesso che accontenterò la tua curiosità, appena arrivo ad un risultato che mi soddisfa! Buonanotte :)

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  7. No, ma dai. Ho una certa predisposizione per i fumetti, da sempre (so che dopo It non lo diresti). Ma con i fumetti faccio un po' meno schifo. solo che, come quasi tutte le cose importanti della mia vita, non approfondisco. Attendo curiosa. un bacio.
    marianna

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  8. E invece il tuo IT ha molto stile, anche se fa fifa :D Riguardo il non approfondire siamo sulla stessa barca, sorella! Ma forse fa parte del mio stile la non specializzazione.. me la racconto da sola!!! Un abbraccio, Marianna, a presto!

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