domenica 10 giugno 2012

This must be the place

Volevo scrivere del terremoto, del master in corso, di emozioni, di fatti ed auto gialle.
Ed invece sto qui, con un'idea strana di contrasto, di opposti che si attraggono, di contrapposizioni che si inseguono come l'entusiasmo incosciente segue la paura paralizzante. E si fanno Uno.
Sono qui con coppie di pensieri a braccetto, che niente hanno a che spartire l'uno con l'altro:
merendine e pane semplice, campagna e grattacieli, desolazione e movida, malattia e leggera superficialità, musica e vuoto, silenzio e baccano, animali e lastre di lamiera, fessure e lucchetti, sogni ed illusioni.
Un sacchetto unico. Dividere, ordinare, pulire, per poi accorgermi che tutto sta nello stesso sacco di iuta, in cui si mescola affetto e rancore, pensiero e ignoranza, curiosità ed apatia.
La sensazione netta che le divisioni, le definizioni e i concetti non siano che sciocche parole astratte, concretizzabili, ma senza senso.

Gli occhi di uno sfollato, il portafoglio gonfio di un manager, le mani di un bambino a scavare nel cassonetto, le gambe di un pazzo, i pensieri di un paralizzato, i dubbi dei vincenti, le piccole certezze conquistate tra un fallimento e l'altro. Le certezze sgretolate, l'arroganza insensibile, la povertà ricca e quella arricchita e persa. La serenità ritrovata d'improvviso, dietro una curva, al pensiero di travi di legno di mansarda e tavoli spaziosi di fantasia. I soldi e la carta macinata a striscioline. I parcheggi vuoti e le buche profonde. Gli eroi, gli assassini con un perché e quelli senza scuse, i vigliacchi, gli eterni sinceri. Le bugie tra le righe e quelle che implorano verità. La luce al mattino che si diffonde inesorabile ed è giorno. La notte che ci oscura i colori, senza cancellarli. Un mondo che ci accoglie con meraviglia tenera, che non piange di fronte alla morte, né esulta senza controllo di fronte alla vita. Lacrime e sorrisi sono solo nostri.
O solo non conosciamo troppi linguaggi e ci sentiamo sensibili, quando semplicemente non capiamo e ci sfugge il senso di questo minestrone.
O solo niente. O solo tutto.


C'è che penso che ci sia posto per tutto. Per tutti. Qui nel mondo, qui dentro di noi. Posto per sentirci vivere bene e godere follemente del bene che osserviamo, a cui possiamo partecipare o solo sfiorare. C'è posto.
Ma a capire qual è il nostro, a smussare gli spigoli, ad amare veramente ci mettiamo una vita. O due. O chissà quante ce ne serviranno per aprire gli occhi nel presente e dire: "Ancora!"

6 commenti:

  1. Bonjour, anche il linguaggio funziona per coppie distintive, binarie e in opposizione e un tratto ha significato in assenza o presenza. Voglio dire ci deve essere sempre e per forza un dualismo. Gli elementi si caratterizzano in opposizione. Quindi l'eterna diatriba bene e male, bello e brutto, dubbio e certezza, fallimento e riuscita. E via dicendo.

    Quanto a smussare gli angoli per poter godere della vita (sembra una banalità) la mia nonna, allevata dalle monache, bergamasca, de sura, ci teneva a precisare, soleva dire: ognuno nasce con un carattere, il carattere è come un abito, se è troppo lungo si accorcia se troppo largo si restringe (corto si allunga e stretto si allarga, ovviamente).

    Allez, bonne journée, j'y vais.

    P.S. Et toi, ça va ?

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    1. Ciao Maryse! Tutto bene, grazie :) gli abiti ci stanno addosso e ci coprono, ma anche ci svelano. Trovare il proprio abito è fondamentale. Come sapersi smussare. Bacio

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  2. Allo splendido post ed al primo commento, posso solo aggiungere che c'è circolazione di linfa vitale, battito cardiaco e trasferimento di energia solo se esiste una sufficiente differenza di potenziale.
    Stare al centro del guado è tanto scomodo quanto vitale. Leggo nelle tue parole l'indice del libro dei dubbi, segno evidente di linfa vitale che, in te, scorre indisturbata. Sarebbe comodo poter avere a disposizione due vite, una per imparare ed una seconda per godere dei risultati di questo studio; non avendole, almeno fino a prova contraria, non ci resta che nutrire di dubbi le nostre giornate. Personalmente penso che chiuderò gli occhi chiedendomi se era quello il momento giusto...
    A presto Paola, dammi buone notizie. Dino.

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    1. Sempre troppo gentile, Dino! La linfa vitale è tutto. Come lo è il percorso di vita che ad un certo punto si sceglie e non si subisce più. Questa è Bellezza. Ti abbraccio!

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  3. Uau. per una volta taccio, per una volta riesco solo a dire "uau".
    e ancora, certo, ancora!
    ti stringo forte, piccola.

    marianna

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  4. E ti stringo forte anch'io, Marià! :) Grazie.

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