venerdì 1 aprile 2011

luci e ombre

Passeggia serena su una strada di ciottoli chiari, quelli che ti chiedono attenzione ad ogni passo, che non si lasciano calpestare senza farsi sentire. Cammina leggera, sembra non importarle capire dove sta andando; il passo è lento, elegante, ma spensierato come quello di una bambina che da un momento all'altro può mettersi a saltellare.
La sera è scesa più tardi, con un sole che sembra più caldo e profuma l'aria di vita. Lei rallenta, alza lo sguardo e scorge qualcosa che la fa fermare di colpo, tanto da incuriosire un passante che finisce per sorridere. Rimane seria qualche secondo ad individuare un usignolo, che saluta la giornata passata e resta lì, sul ramo più alto, a cantare senza nient'altro per le piume.
Riprendono il passo, i suoi piedi che paiono scalzi. Una mano stringe al fianco una borsa essenziale; l'altra, distratta, libera il viso dai capelli selvaggi per il vento tiepido. Non c'è fretta nei suoi gesti.
Le ombre si allungano lente, ma decise e allo stesso modo lei cambia direzione, facendo danzare la chiara gonna di lino che l'accarezza discreta.
E' un attimo e il suo sguardo sfiora il mio, si sofferma. E' un istante impercettibile come quando uno sguardo si stupisce di fronte ad un imprevisto, ma poi torna subito in se stesso per reagire, un istante in cui ogni cosa passata si ricongiunge al presente, senza peso, senza amarezza, con la calma di un perdono.

Tutto si focalizza in quello scambio, un punto distinto e già dissipato, forse mai esistito.
Cerco un senso nel rivederla così bella e compiuta; mi domando se ogni cosa è solo sempre al suo posto anche quando lo chiamiamo disordine. Il tempo e lo spazio non sono così importanti quando ne diventano nitidi gli estremi.
E' girata, ora. Appoggia i gomiti ad un muretto ancora caldo di sole e della frenesia di una giornata vissuta, entrambi dimenticati dalla sera che avvolge tutto. Il tramonto è ormai agli sgoccioli e i riflessi sull'acqua sembrano incantarla.

Indietreggio piano, come un fotografo d'altri tempi, come un timido pittore di magie. Siedo con un sorriso pensando alla bellezza di quello che sarà. O forse è solo un sogno.
Non resisto a voltarmi un'ultima volta.

Ha ripreso a camminare verso la piazza. Sento l'urgenza nelle dita sottili, che spingono una porta di vetro. Supera la soglia di un locale piacevolmente frequentato, ma non sembra affollato. La sento ridere, anche se non la posso ascoltare con le orecchie. La sento commuoversi, emozionarsi serena. Raccoglie un abbraccio che la solleva da terra. Chiude gli occhi e sorride.

4 commenti:

  1. Come sempre emozionante! Veramente. E spero che questo sia un qualche libro che stai scrivendo. Nel caso non fosse così, beh, dovrebbe esserlo!

    :)

    Dide

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  2. Luci e ombre mi ricorda qualcosa... ;) comunque bei colori in quel tramonto, forse dovresti dare pennellate più decise.

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  3. Dide, sempre gentilissima! No, niente libro, per vostra fortuna ;) Un abbraccio

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  4. Eheh, Xileo, quando ci sarà da dare pennellate più decise, lo farò! Per ora ho le mani sporche di acquerelli. Grazie di essere passato, veh!

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